L’Associazione Indotto AdI e General Industries chiede l’istituzione di un tavolo tecnico
“Taranto assomiglia sempre più ad un grande cantiere perennemente aperto e mai terminato, a quello studente pieno di talento che però non riesce mai a fare emergere tutto il suo potenziale”.
Con queste parole il presidente dell’Associazione Indotto AdI e General Industries, l’ing. Fabio Greco, commenta la fase di stasi in cui si trovano al momento le aziende che supportano Acciaierie d’Italia, nonostante i fondi stanziati dal Governo per il siderurgico tarantino.
“La notizia di questi giorni, secondo cui il mancato stanziamento dei 105 milioni di euro per completare con le necessarie attrezzature l’ospedale San Cataldo potrebbe portare addirittura ad una prossima sospensione dei lavori, unita a quella dei ritardi ormai conclamati sulla realizzazione degli impianti per i Giochi del Mediterraneo 2026, acuiscono le nostre preoccupazioni”.
Secondo il presidente Greco la prospettiva di una diversificazione economica per il capoluogo ionico è condivisibile e lodevole ma manca, anche in questo caso, di applicazione pratica allo stato attuale delle cose.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2023/02/22/decreto-ilva-ok-dal-senato3/)
“Alla Bit di Milano abbiamo assistito ad una Puglia che vanta 4milioni e mezzo di arrivi turistici per l’anno 2022: peccato, però, che solo il 7% di questi abbia deciso di fare tappa nella nostra città. Mancanza di infrastrutture adeguate, di attrattività, le motivazioni possono essere tante, ma il risultato è quello che conta. Come possiamo chiedere a Taranto di virare la propria economia sul turismo se i dati sono questi? La diversificazione passa dalla progettualità, ma anche (e soprattutto) dalla concreta e puntuale realizzazione di quanto ideato”.
Per il presidente dell’Associazione A.I.G.I. è chiaro, pertanto, che al momento la metalmeccanica rappresenti la strada da percorrere con maggior convinzione: In attesa che si facciano i dovuti investimenti su altri settori, è fondamentale non abbandonare la strada della metalmeccanica tarantina, che rappresenta al momento, con i suoi 300 milioni di euro, una buona percentuale del Pil della Puglia. Lo stesso Pil di cui il governatore Emiliano ha annunciato la crescita, nel primo semestre del 2022, di più del doppio della media italiana.
Greco ritiene che sia giunto il momento di concretizzare i tanti proclami che si sono susseguiti negli ultimi tempi:
“Bene i pagamenti dei debiti, ma bisogna tornare a produrre; la cassa integrazione costa e non garantisce futuro né alle 3.700 famiglie coinvolte né al resto del territorio, che rischia, a catena, un impoverimento senza fine. L’Associazione AIGI è a favore di una fabbrica ambientalizzata e degli investimenti necessari a renderla tale: ma ci vorrà tempo, noi nel frattempo non possiamo vivere in una situazione di perenne emergenza. Le due attività, quella di ambientalizzare gradualmente la fabbrica e di continuare a produrre, devono essere parallele e, a tal proposito, abbiamo chiesto la possibilità per tutte le aziende dell’indotto dell’area tarantina di avviare la CIG con pagamento diretto da parte dell’INPS, indipendentemente dall’indice di liquidità. Questo aiuterebbe le imprese a traghettare questo periodo”.
L’Associazione AIGI ha, poi, salutato con favore il recente incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci:
“Parlare concretamente – afferma il presidente Greco – come avvenuto tra Urso e Melucci, di decarbonizzazione e innovazione, oltre che del Tecnopolo del Mediterraneo, è essenziale se si vuole davvero svincolare Taranto dalla monocultura dell’acciaio; la nostra Associazione è pronta a fare la sua parte all’interno dell’accordo di programma sull’ex Ilva: il sindaco Melucci ha tutta la nostra disponibilità“.
Al ministro Urso, in particolare, l’Associazione AIGI chiede di prendere in considerazione di inserire i crediti riconosciuti come privilegiati e garantiti in attesa della transizione.
“È necessario fare un tavolo tecnico con tutti gli attori coinvolti – conclude Greco – abbiamo bisogno di pianificare, progettare e soprattutto di concretizzare. La salvezza di questo territorio passa dalla realizzazione di un fronte comune intorno alle aziende che costituiscono, con le loro attività produttive, una quota parte del PIL regionale”.
Fonte: CorrierediTaranto