Sono dieci le offerte pervenute, entro il termine fissato alla mezzanotte di venerdì scorso, per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva. A fare il punto della situazione sono i Commissari Straordinari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria (AS) e di Ilva in AS sottolineando come la «scadenza, precedentemente prorogata a dicembre 2024, ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte». Alla scadenza sono arrivate offerte per l’intero gruppo Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, dalla cordata azera Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company, dall’indiana Jindal Steel International, dal fondo statunitense Bedrock Industries Management. Il sistema dell’acciaio italiano si è invece mosso per singoli asset con Marcegaglia che emerge come punto di riferimento anche nell’aggregare diverse alleanze. Il gruppo di Gazoldo degli Ippoliti punta ai tre siti per la produzione di tubi: Socova a Sénas in Francia (dove a Marsiglia ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi in cordata con Profilmec Group ed Eusider della famiglia Anghileri; Salerno, in cordata con Sideralba che è già partner di Marcegaglia per un sito in Tunisia. Sempre per singole attività, in gioco ancora Eusider, la siciliana Imc, la milanese Vitali, e la cordata creata dalla società beneventana Car Segnaletica Stradale con Monge e Trans Isole.
I commissari ricordano come «sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso». Per «esaminare attentamente tutte le proposte ricevute» per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria (AS) e di Ilva in AS «si riservano un periodo di tempo congruo» e sottolineano come sarà dato «particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti». L’iter non si annuncia breve, tant’è che nel decreto milleproroghe il prestito ponte è stato aumentato di 100 milioni (passando da 320 a 420 milioni) proprio per dare più respiro – più tempo e più liquidità – all’azienda, stretta nella morsa di una produzione ancora al palo, quest’anno al record negativo di 2 milioni di tonnellate dovuto alla pesante eredità ricevuta dalla gestione dell’ex amministratore delegato Lucia Morselli, e con 3mila lavoratori in cassa integrazione.
«La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana» rileva il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in merito alla presentazione di dieci offerte per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva. «Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti» conclude il ministro.
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Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1627099/azero-indiano-o-americano-uno-straniero-guidera-lilva.html