BARI – Nuova boccata d’ossigeno per garantire la continuità produttiva agli impianti siderurgici dell’ex Ilva, nell’attesa che si completi la procedura di vendita avviata lo scorso 10 gennaio con l’acquisizione delle offerte. La buona notizia arriva da Roma.
Il Consiglio dei ministri ieri ha infatti approvato un decreto legge con «misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex Ilva».
Come si legge nel comunicato di Palazzo Chigi al termine della riunione, «nelle more della procedura di gara finalizzata alla definitiva cessione a terzi del compendio aziendale, le norme introdotte ampliano, portandola da 150 a 400 milioni, la facoltà di utilizzo a fini di continuità produttiva del patrimonio già destinato a finalità di ripristino ambientale».
Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Le misure urgenti per l’ex Ilva sono state approvate su proposta della stessa Presidente Meloni, del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. I fondi arriveranno dal patrimonio di Ilva in As destinato alle bonifiche che deriva dalla confisca e dalla successiva transazione dei Riva. E si andranno presumibilmente a sommare al prestito ponte che nel decreto Milleproroghe era già stato aumentato di 100 milioni, passando da 320 a 420 milioni, proprio per dare più respiro all’azienda, stretta nella morsa di una produzione ancora al palo.
Ricordiamo che il 2024 si è chiuso con appena 2 milioni di tonnellate di acciaio, una misura ben al di sotto della soglia di sicurezza produttiva fissata a 6 milioni di tonnellate. Intanto gli stabilimenti galleggiano. In cassa integrazione ci sono quasi 3mila lavoratori, oltre 2mila soltanto a Taranto. Ci rimarranno sicuramente fino alla fine del 2025, in virtù di una specifica norma inserita nell’ultima finanziaria che proroga per tutto il nuovo anno l’uso dell’ammortizzatore sociale.
Dopodiché, il calo della cassa è legato alla ripartenza degli altiforni e al rilancio produttivo. Ma i livelli, nonostante l’iniezione di liquidità e la partenza dell’altoforno 1, sono rimasti quasi raso terra: la quota giornaliera viaggia sulle circa 9mila tonnellate al giorno, per un record negativo – come detto – di 2 milioni di tonnellate a fine anno (a pieno regime l’ex Ilva sfiorava i 8 milioni di tonnellate l’anno).
Ora questa ulteriore e significativa boccata d’ossigeno di liquidità nelle casse dell’amministrazione straordinaria servirà a mantenere in attività la produzione. La notizia è stata accolta con favore anche da tutto l’indotto dell’acciaio.
«Prendiamo atto del decreto con il quale il Governo introduce misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex Ilva portando da 150 a 400 milioni, la facoltà di utilizzo a fini di continuità produttiva del patrimonio già destinato a finalità di ripristino ambientale» commenta Fabio Greco, presidente di Confapi Industria Taranto.
«Continuiamo ad apprezzare l’impegno del Governo nel garantire la continuità produttiva dello stabilimento siderurgico. Per questo – aggiunge Greco – continuiamo ad auspicare che la parte pubblica resti nella nuova governance societaria».
«Attendiamo ora la pubblicazione del decreto varato oggi per verificare se le somme stanziate andranno ad aggiungersi a quelle già erogate nelle precedenti due tranche o se trattasi di un impegno finanziario aggiuntivo».
Ma non mancano le voci polemiche. Su tutti, gli ambientalisti che vedono depauperarsi il patrimonio destinato al ristoro ambientale in favore della continuità produttiva della fabbrica.
«Il governo ha fatto un blitz vergognoso sull’Ilva di Taranto sottraendo 400 milioni di euro destinati al ripristino ambientale per garantire la continuità produttiva. Un altro schiaffo per una città che ha già pagato un prezzo ambientale e sanitario drammatico» ha commentato in una nota Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato Avs.
Lo stesso Bonelli oggi in aula, con una interpellanza chiederà conto «sul debito dell’Ilva, accumulato dallo Stato in questi anni. Il tutto mentre l’occupazione non è stata nemmeno garantita come promesso. Né salute e nemmeno lavoro» conclude il parlamentare.
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Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1636221/ex-ilva-il-consiglio-dei-ministri-vara-decreto-in-arrivo-altri-250-milioni-di-euro.html