Governo e commissari straordinari sono al lavoro sul dossier Ilva, con l’obiettivo di concludere la fase di cessione ai privati del complesso aziendale nel più breve tempo possibile visti i costi della gestione commissariale e la necessità di dare all’acciaieria di Taranto e a tutta la rete di impianti ad essa collegati una prospettiva stabile e duratura. Lo scorso 10 gennaio sono arrivate offerte per l’intero gruppo Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva appunto, dalla cordata azera Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company, dall’indiana Jindal Steel International, dal fondo statunitense Bedrock Industries Management. Il sistema dell’acciaio italiano si è invece mosso per singoli asset con Marcegaglia che emerge come punto di riferimento anche nell’aggregare diverse alleanze. Il gruppo di Gazoldo degli Ippoliti punta ai tre siti per la produzione di tubi: Socova a Sénas in Francia (dove a Marsiglia ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi in cordata con Profilmec Group ed Eusider della famiglia Anghileri; Salerno, in cordata con Sideralba che è già partner di Marcegaglia per un sito in Tunisia. Sempre per singole attività, in gioco ancora Eusider, la siciliana Imc, la milanese Vitali, e la cordata creata dalla società beneventana Car Segnaletica Stradale con Monge e Trans Isole.

GLI INDIANI – Jindal Steel (International) è il ramo internazionale dell’acciaio del Gruppo Jindal, un importante conglomerato industriale con una presenza globale significativa nei settori dell’acciaio, dell’energia e delle miniere, con investimenti superiori a 25 miliardi di dollari. Il gruppo si estende attualmente in India, Australia, Europa, Medio Oriente e Africa e include asset di livello mondiale nel suo portafoglio, tra cui 12,6 milioni di tonnellate di acciaio integrato, una capacità di generazione di energia di oltre 7.000 megawatt, miniere di ferro in India e Camerun con oltre 1 miliardo di tonnellate di riserve, e la più grande miniera di carbone da coke in Africa, insieme a una logistica integrata con un corridoio ferroviario lungo 912 km e un porto marittimo dedicato con una capacità di 18 milioni di tonnellate per anno in Mozambico. Inoltre, il Gruppo sta realizzando un innovativo impianto di acciaio verde a Duqm in Oman.

Il gruppo Jindal raggruppa diverse aziende. Jindal Steel and Power Limited (JSPL) è una potenza industriale con una presenza dominante nei settori dell’acciaio, dell’energia e delle miniere, quotata alla Borsa di Bombay e alla Borsa Nazionale dell’India, con un fatturato di circa 7 miliardi di dollari e una capitalizzazione di mercato di 12 miliardi di dollari. L’azienda si afferma come leader nell’innovazione e nell’adozione di tecnologie all’avanguardia, tra cui l’uso del processo di gassificazione del carbone per produrre gas di sintesi da utilizzare per la produzione di DRI, Direct Reduced Iron, un modo alternativo di produrre ferro estremamente efficiente dal punto di vista energetico. Si impone inoltre tra i principali produttori di acciaio integrato in India, producendo attualmente 10 milioni di tonnellate di acciaio all’anno tra prodotti piatti e lunghi, nei suoi due principali siti produttivi situati negli stati indiani di Chhattisgarh e Odisha. Entrambi i siti sono in fase di ambiziosa espansione, che prevede il raggiungimento di una capacità di produzione di acciaio a 30 milioni di tonnellate per anno entro il 2030. Infine, JSPL possiede miniere di ferro e carbone captive ed è attualmente in fase di costruzione di un oleodotto lungo 200 km per trasportare 18 milioni di tonnellate per anno di minerale di ferro dalle sue miniere agli impianti siderurgici di Angul in Odisha.

Poi c’è Jindal Shadeed Iron and Steel LLC (JSIS), il più grande produttore di acciaio dell’Oman, con una capacità complessiva di 2,4 milioni di tonnellate per anno e un fatturato di 1,7 miliardi di dollari che contribuisce al 2% del PIL dello Stato. L’azienda si differenzia per la sua impronta di carbonio inferiore alla metà rispetto a un impianto siderurgico convenzionale.

Jindal Power Limited (JPL) si colloca, invece, tra le principali aziende energetiche in India, giocando un ruolo cruciale nel soddisfare le crescenti esigenze energetiche del paese. L’azienda vanta un portafoglio di 4300 MW di progetti di energia termica operativi e ha segnato una pietra miliare nel settore privato indiano con l’istituzione del primo Mega progetto energetico del paese, rappresentato dal suo impianto termico da 1000 MW situato nello stato di Chhattisgarh nel 2007. Inoltre, ha conseguito ulteriori incrementi di capacità per un totale di 2400 MW in tempi rapidi.

Jindal Panther Cement (JPC) è un marchio del Gruppo attivo nel settore del cemento indiano. JPC è strategicamente posizionata per affermarsi come leader di spicco nel settore del cemento verde, grazie a una strategica integrazione verticale delle risorse chiave tra cui calcare, ceneri volanti, scorie d’altoforno e fonti energetiche captive.

Di rilievo è Camina Camerun, un progetto di concentrazione di minerale di ferro di qualità DRI da 9 milioni di tonnellate per anno, il cui avvio delle operazioni commerciali è previsto per giugno 2026. Si tratterà di uno dei progetti di minerale di ferro più ecologici e di alta qualità al mondo, il quale prevede utilizzo di energia idroelettrica e un oleodotto di 120 km per il trasporto. Camina fornirà concentrato di minerale di ferro agli impianti di pellet del Gruppo in Oman.

Infine, c’è Moatize Mine, Mozambico, la più grande miniera di carbone metallurgico in Africa, con oltre 2,4 miliardi di tonnellate di risorse totali. Il sito contribuisce per circa il 20% al PIL del Mozambico e ha raggiunto nel 2023 un fatturato di circa 1,8 miliardi di dollari. La miniera e le infrastrutture logistiche includono una rete ferroviaria di 912 km che si estende attraverso il Mozambico e il Malawi fino al terminal di esportazione e un porto dedicato di 18 milioni di tonnellate all’anno a Nacala. L’investimento complessivo nella miniera e nel corridoio fino ad oggi supera i 15 miliardi di dollari.

L’intervista Narendra Kumar Misra, Director of European Operations di Jindal Steel (International), si occupa della definizione della strategia internazionale del gruppo e dell’ottimizzazione dell’efficienza operativa. Vanta oltre 40 anni di esperienza nell’industria siderurgica globale, e ha una solida expertise in leadership strategica, M&A e gestione finanziaria. Ecco le sue risposte alle domande della Gazzetta.

Perché avete presentato un’offerta di acquisto per l’ex Ilva?

«Si tratta di un’opportunità unica per espandere la nostra presenza nel mercato europeo e integrare a valle i nostri investimenti in DRI attualmente in fase di realizzazione in Oman. Pur consapevoli della complessa eredità storica di ILVA, riteniamo che questa rappresenti una straordinaria e sfidante occasione di crescita. Le nostre motivazioni sono solide, sia sotto il profilo strategico che economico. Jindal e AdI presentano sinergie straordinarie, con AdI che si configura come un tassello fondamentale per integrare il nostro impianto DRI (Direct Reduced Iron) a basse emissioni di CO2 in fase di costruzione in Oman, consolidando al contempo la nostra posizione nel mercato europeo. Qui intendiamo rispondere alle esigenze di clienti particolarmente attenti ai criteri ESG, come quelli dei settori automotive, elettrodomestici e alimentare, che saranno tra i principali utilizzatori di acciaio a basse emissioni in Europa. Il nostro progetto mira a trasformare l’ex Ilva in uno dei principali e maggiori produttori di acciaio a basse emissioni in Europa, attraverso l’implementazione di una strategia integrata “mine-to-metal”. Nel nostro piano industriale per AdI, prevediamo una completa integrazione a monte dello stabilimento di Taranto, utilizzando le nostre miniere in Camerun, Mozambico e India. Questo garantirà un approvvigionamento diretto di materie prime, migliorando l’efficienza dei costi e la sostenibilità del processo produttivo, rafforzando al contempo la catena di approvvigionamento globale»…


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Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1632164/la-gara-per-l-ex-ilva-parla-jindal-l-acciaio-con-noi-sara-pulito-stop-alle-cokerie.html